Luisella Urietti

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7 Consigli anti-stress sul lavoro

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Per iniziare a gestire in prima persona lo stress è indispensabile introdurre piccoli cambiamenti nella propria routine quotidiana.

I nostri alleati

È necessario diventare smart, trasformando in alleati alcuni oggetti di uso frequente e comune: lo smartphone possiamo usarlo per impostare molteplici “sveglie” che ci aiutino a ricordarci esercizi che abbiamo deciso di fare durante il giorno. I post-it: posizionati in punti strategici, che rientrano nel nostro campo visivo, svolgono la stessa funzione.
Agenda cartacea o digitale, rimane uno strumento formidabile se… annotiamo le cose e poi la consultiamo spesso durante il giorno.
Dobbiamo diventare più smart del nostro “pilota automatico”: infatti lui cancella cancella dalla nostra memoria i nuovi “input”, anche se sono sani e positivi.

Concretamente

1.Respirazioni. Impostare una sveglia sullo smartphone (ogni ora? Ogni 2 ore?…) e fare alcune respirazione più ampie del solito. Questa attività può passare completamente inosservata anche se non siamo da soli. Manchiamo di privacy? L’antibagno può esserci di aiuto, anche se respirare da seduti, almeno all’inizio – è molto più semplice.

2.Contrazioni. Anche se seduti a lungo cercare di fare brevi (7”) e non troppo intense (60/70%) contrazioni alternate delle gambe, braccia, collo, spalle… seguite da almeno 2 respirazioni ampie.
Sono contrazioni “discrete” delle quali altre persone intorno a noi, colleghi e/o collaboratori, non si accorgeranno nemmeno.

3.Risposte. Prima di rispondere a domande “stressanti” respirare profondamente, portando il respiro fino all’addome in modo che non coinvolga solo il petto.

4.Idratazione. Bere almeno 4-6 bicchieri d’acqua A SORSI nell’arco del tempo lavorativo e/o comunque della giornata

5.Fit break. Programmare piccoli break per sgranchire le gambe, alzarsi, camminare lungo il corridoio, salire o scendere le scale di un piano

6.Risposta agli imprevisti. Affrontare gli imprevisti cercando di vederli come nuove possibilità/opportunità anziché solo come ulteriori problemi

7.Pausa pranzo. Non saltare la pausa pranzo – alimenti leggeri – e cercare di fare qualche respirazione all’inizio e alla fine. È PROIBITO PARLARE DI LAVORO SE PRANZIAMO CON COLLEGHI/COLLABORATORI.

Chi sono

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Attraverso la mia attività di life teaching mi occupo di benessere psicofisico. I miei punti di forza sono l’approccio combinato, mentale e fisico: esso serve innanzitutto per far luce sui sintomi, poi per imparare a gestirli e, infine, scoprire che hanno anche radici emotive (lavorative, di relazione, familiari…).

Senza la consapevolezza che l’essere umano è uno (olos) e che tutto quello che succede sul piano fisico ha un riflesso su quello emotivo (e viceversa), questo lavoro risulta incompleto. I sintomi possono ridursi o scomparire… ma è un risultato temporaneo: prima o poi lo stesso sintomo, aggravato, o un altro sintomo evidenzieranno un disagio che ha radici più profonde.

L’approccio individuale (ogni persona è unica, esattamente come tutti gli altri) permette di affrontare il sintomo – che in genere costringe la persona a rivolgersi a un professionista – in modo esclusivo, mentre il cliente impara via via a diventare un “esperto” di se stesso.

Respirazione, attenzione, presenza, consapevolezza ed esercizi personalizzati (training) permettono di far fronte al problema, di gestirlo e – infine – di superarlo. Inoltre, gli strumenti appresi rimangono per sempre a disposizione.

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