Luisella Urietti

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3 Tecniche per gestire lo stress da lavoro

3 Tecniche per gestire lo stress da lavoro

Lo stress da lavoro è inevitabile e altalenante, quindi è meglio mettersi il cuore in pace e accettare l’idea che fare qualcosa – anche se poco – è sempre meglio di non fare niente.

Ecco alcune tecniche che possono venire in aiuto.

A. Respirazione

B. Stretching

C. Mindfulness (presenza)

A. Respirazione. È un potente alleato in grado di diminuire velocemente (se si è allenati) la curva dello stress ivi compresi i suoi effetti psicofisici. Intanto da millenni è la più antica tecnica per gestire il dolore fisico e, fino alla scoperta degli oppiacei, era una delle poche risorse a disposizione dell’umanità per contrastare il dolore fisico (non a caso viene insegnata nei corsi di preparazione al parto). Ci siamo abituati a respirare poco perché meno respiriamo e… meno sentiamo/percepiamo. Ma minore ossigeno nel corpo significa maggiore contrazione muscolare, maggiore infiammazione generale e un cervello che funziona più… lentamente. Prevedere durante la giornata dei MINUTI dedicati alla respirazione e scoprire, prima di tutto, COME NOI RESPIRIAMO.

B. Stretching. Dovrebbe essere istintivo stirarsi, un po’ come fanno gli animali quando si svegliano e anche i… neonati. Dopo il sonno il corpo ha bisogno di allungarsi. E anche dopo momenti particolarmente stressanti sarebbe sano fare un po’ di stretching spontaneo. Se non si è da soli si può trovare un po’ di privacy anche in bagno. Cercare di allungare la colonna e gli arti abbinando la respirazione. Cercare di sentire/percepire i muscoli che si allungano e agire lentamente nelle zone più contratte.

C. La presenza (mindfulness) è la capacità di “essere qui e ora”. Significa essere fisicamente, mentalmente, emotivamente presenti.

Molto spesso però non è così, e sono necessari esercizi e molto allenamento quotidiano per poter, volontariamente, attivare questa modalità.
Siamo quasi sempre presenti “assenti”, ci siamo fisicamente ma siamo assorbiti da pensieri, preoccupazioni, problemi per cui la nostra attenzione non si trova focalizzata dove noi ci troviamo fisicamente, ma segue questo flusso mentale continuo.
Questo modalità comportamentale è molto stancante per il cervello e riduce la nostra efficienza e le nostre performance. La presenza è quindi legata alla consapevolezza e la consapevolezza alla decisione di essere presenti completamente.
Ma per esserci prima bisogna accorgersi di quando … non ci siamo.
Anche qui, qualche minuto di esercizio quotidiano per portare l’attenzione su di noi attraverso la respirazione, è un buon modo per iniziare.

Chi sono

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Attraverso la mia attività di life teaching mi occupo di benessere psicofisico. I miei punti di forza sono l’approccio combinato, mentale e fisico: esso serve innanzitutto per far luce sui sintomi, poi per imparare a gestirli e, infine, scoprire che hanno anche radici emotive (lavorative, di relazione, familiari…).

Senza la consapevolezza che l’essere umano è uno (olos) e che tutto quello che succede sul piano fisico ha un riflesso su quello emotivo (e viceversa), questo lavoro risulta incompleto. I sintomi possono ridursi o scomparire… ma è un risultato temporaneo: prima o poi lo stesso sintomo, aggravato, o un altro sintomo evidenzieranno un disagio che ha radici più profonde.

L’approccio individuale (ogni persona è unica, esattamente come tutti gli altri) permette di affrontare il sintomo – che in genere costringe la persona a rivolgersi a un professionista – in modo esclusivo, mentre il cliente impara via via a diventare un “esperto” di se stesso.

Respirazione, attenzione, presenza, consapevolezza ed esercizi personalizzati (training) permettono di far fronte al problema, di gestirlo e – infine – di superarlo. Inoltre, gli strumenti appresi rimangono per sempre a disposizione.

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